Letteralmente: Lavoro con l’energia; Tradizionalmente, la via del guerriero, la via marziale arriva all’uomo come via iniziatica di auto conoscenza.
Nello specifico il chi kung è la ginnastica interna del Kung fu, promuove l’elasticità, la flessibilità e la resistenza del praticante, portandolo in oltre a fare esperienza di quel qualcosa che si muove e scorre all’interno di sé.
Chi Kung è stare al centro: già dalla prima “semplice” posizione di base, che consiste nello stare in piedi fermi e dritti, abbiamo l’occasione di accorgerci della tendenza meccanica del corpo umano. Nell’arco di cinque inspirazioni ed espirazioni, osservandoci, possiamo constatare che per pochi secondi il corpo rimane perfettamente allineato e rilassato, non appena la nostra attenzione dal corpo, il nostro centro, svia verso la mente o qualunque altra cosa che non siamo noi la meccanicità del nostro corpo si palesa, le spalle si irrigidiscono tendendo ad avvicinarsi alle orecchie, il petto si chiude facendo perdere la postura eretta ecc. per questo motivo è necessario un costante sforzo di volontà per mantenere il focus all’interno, vigilando perpetuamente in tutto il corpo.
È lo sforzo che premia non la meta, col tempo e la pratica lo stare qui sarà gradualmente sempre più spontaneo.
Chi Kung è respiro: ogni movimento nel chi kung viene azionato e sostenuto dal respiro. Non ci si muove nuotando nell’aria ma si diventa l’aria stessa. Tutto il corpo respira. Nel chi kung si utilizza la respirazione inversa, la pancia entra quando inspiriamo ed esce quando espiriamo, i movimenti del corpo seguono questo principio.
Se spostiamo le braccia in avanti sarà l’espiro a spostarle, e sarà sempre il respiro a riportarle vicino al busto inspirando, questo concetto vale per qualsiasi movimento svolgiamo durante la pratica.
Chi kung è unire Yin e Yang: energia maschile ed energia femminile, forza attiva e forza passiva lo yin e lo yang, nella pratica questi due principi cooperano e si alternano costantemente. L’unione e la cooperazione di queste due forze danno origine ad una terza forza, la forza neutrale, il centro, il tao.
Durante la pratica gli esercizi duri, quelli che danno vigore a tendini muscoli e ossa, gli esercizi morbidi per favorire lo scorrere del chi e gli esercizi vibranti per la circolazione sanguigna si sviluppano in maniera sinergica. Sia nell’esercizio morbido che in quello duro le due forze sono contemporaneamente interessate. Quando usiamo la forza non deve esserci tensione o compressione e quando siamo rilassati non deve esserci mollezza. Avremo quindi uno sforzo morbido e un rilassamento attivo.
Imparando a padroneggiare il corpo fisico, con l’attenzione e la presenza a sé stessi, si acquisisce magnetismo e volontà, applicando la presenza alle emozioni impariamo ad agire e non a reagire e la mente, come conseguenza del lavoro con gli altri due corpi sarà sempre più silente, concentrata e lucida e sempre meno la sede mal riposta della nostra identificazione.
Michelangelo Vicenti ricercatore indipendente delle vie che portano all’essenza, operatore Ayurveda, insegnante di massaggio ayurveda presso la scuola A.I.M.A Ayurveda, istruttore di Chi Kung, allievo diretto di Sifu Gianfranco Pompianu della scuola Accademia Tao Wing Chun.
Poco più che ventenne mi avvicino allo studio e alla pratica della disciplina ayurveda e a quella marziale.
La saggezza vedica che pone la responsabilità del nostro stato di salute nelle nostre mani, prestando attenzione a ciò che mangiamo a cosa proviamo e come utilizziamo la mente, elementi profondamente interconnessi tra loro; la disciplina marziale che ti mette a confronto con te stesso, con paure e resistenze, mi ha aiutato a sviluppare volontà, per esempio allenandosi con costanza, ti mostra l’avversario come un aiuto non come un ostacolo, se è un buon avversario ti colpirà dove sei scoperto, per far si che tu possa accorgertene e porvi rimedio.
Mi hanno gradualmente e radicalmente cambiato e reso ciò che sono ora. Svolgo il mio lavoro con passione sia perché lo amo ma soprattutto perché ne ho visto il potenziale trasformativo.